Franco Sarnari nasce a Roma il 3 marzo 1933. Autodidatta.
Dal 1954 al 1957 frequenta, senza titoli, un corso triennale di pubblicità. Di quegli anni data l’incontro e l’amicizia con Piero Guccione.
Nel 1964 a Roma, dopo aver visitato studi di artisti più o meno conosciuti, forma e organizza “Il Girasole”, un collettivo autogestito da artisti appartenenti a correnti espressive diverse. Nell’arco di alcuni anni partecipa tra l’altro IX e X Quadriennale nazionale d’arte di Roma, al XVIII e XXV Salon de la Jeune Peinture, Musée d’Art Moderne di Parigi, alla II Biennale internazionale della giovane pittura a Bologna, alla Biennale Romana a Palazzo delle Esposizioni a Roma, alla Rassegna internazionale “Alternative Attuali 3”; premiato a Milano, premio Nazionale di Pittura Ramazzotti.
Alcuni interessi critici sul suo lavoro di quegli anni sono di G. Di Genova, A. Del Guercio, D. Micacchi, D. Morosini, R. G. Kenedy, F. Solmi, E. Crispolti, L. Caramel, G. Cortenova, A. Trombadori, L. Trucchi, D. Buzzati, G. Giuffrè, T. Guerra e nei successivi: L. Barbera, G. Carandente, L. Carluccio, L. Lambertini, C. Malberti, V. Apuleo, P. Nifosì, G. Nifosì, V. Sgarbi, R: Tassi, M. Goldin, M. Vallora, F. Caroli, F. D’Amico, D. Guzzi G., Frazzetto.
Nel marzo 1970 finisce di dipingere “Il mare si muove” opera di trentasei metri quadrati (18 metri per 2), che sarà al centro della mostra “5 anni di pittura” nella sezione Attività Visive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Premiato alla V Biennale internazionale della grafica d’arte a Palazzo Strozzi di Firenze per la cartella di nove lito componibili intitolata Frammenti con presentazione critica di Giovanni Carandente.
Alla Galleria La Tavolozza di Palermo espone per la prima volta con Sonia Alvarez, Carmelo Candiano, Piero Guccione e Franco Polizzi con i quali costituirà un legame di lunga amicizia e con essi verrà identificato dalla critica come “Il Gruppo di Scicli”.
Nel 1982 gli viene dedicato un saggio monografico scritto da Lorenza Trucchi edito da Le Nuove Edizioni Valsecchi di Firenze.
Nel 1988, al Museu de Arte de Sao Paulo in Brasile, gli viene dedicata una retrospettiva e a Venezia gli viene riservata una sala alla XLIII Biennale d’Arte Internazionale.
Tra il 1987-89 dopo i “Controluce” dedicati a Monet e Pollock e il ritorno sui “Frammenti”, nasce il ciclo di opere che andrà sotto il nome di “Cancellazioni” del quale fanno parte “Flagellazione (da Piero della Francesca)”, “Ebbrezze”, “Chiesa di Santa Maria di Ispica”. Nel 1989 viene invitato a dirigere una cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania.
Nell’autunno del 1994, a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto, viene promossa l’antologica di ottanta dipinti “Sarnari, opere 1957-1994” e poco dopo, nel 1997, la prima rassegna complessiva sulle “Cancellazioni” a Villa Foscarini-Rossi di Stra (VE), entrambe a cura di Marco Goldin.
Nei due anni successivi partecipa tra le altre, sempre a Palazzo Sarcinelli, alle esposizioni “Da Monet a Morandi” e “Roberto Tassi e i pittori da Fattori e Burri” e nel febbraio 1999 viene allestita una sua mostra retrospettiva di opere che vanno dal 1954 al 1970.
Nello stesso anno viene invitato alla XIII Quadriennale d’Arte di Roma e, nella Galleria del Naviglio di Milano, in Ottobre, allestisce la sua prima installazione: “La Palla Pazza”.
Nel 2003 il Senato della Repubblica acquista un opera di Sarnari per inserirla nella collezione permanente di Palazzo Madama a Roma insieme ad altre de Il Gruppo di Scicli, nel 2006 viene inserito nella collezione del Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia.
È del 2005 una ricca antologica a Palazzo dei Sette di Orvieto e nello stesso anno in una personale al Castello di Brescia, a cura di Marco Goldin, propone un’opera di 25 metri quadrati che mostra ancora una volta una nuova fioritura nell’infaticabile ricerca dell’autore: i “Neri”.
In questi ultimi anni Sarnari si è dedicato a diversi incontri-confronti negli ambienti universitari e intellettuali per discutere alcune tematiche non strettamente pittoriche che l’autore ha maturato attraverso la ricerca artistica.
Dal lavoro di raccolta degli appunti di ricerca di una vita e dalla sintesi dei diversi incontri, grazie alla collaborazione della figlia Barbara e alla perseveranza di Angelo Scandurra, è stato pubblicato un testo intitolato: “Stato di Necessità. Arte: equilibrio-annullamento” da Il Girasole Edizioni di Catania.
Vive e lavora in Sicilia.