Giovanni Viola nasce nel 1981 a Modica, Ragusa, dove vive e lavora.

Sin da giovanissimo dimostra un interesse particolare per l’arte e per la rappresentazione figurativa, che coltiva parallelamente alla sua carriera da studente. Consegue nel 2008 la laurea in giurisprudenza presso l’Ateneo di Messina, coltivando nel frattempo la sua curiosità per l’arte sia con la frequentazione di mostre ed eventi culturali che lo spingono spesso a Roma, Torino, Firenze e, per un anno, a Londra, sia con la pratica del disegno e della tecnica pittorica dell’olio e del pastello, che applica alla rappresentazione del paesaggio della terra dove vive.

Siciliano nel profondo dell’anima, Giovanni Viola rappresenta la propria terra con estrema delicatezza e profondo rispetto. In punta di piedi ci conduce nell’entroterra siciliano, in angoli di costa sperduti, lontano dalle consuete mete turistiche, utilizzando un linguaggio fedele alla tradizione pittorica, votato a scoprire l’essenza delle cose.
Viola sembra andare oltre la rappresentazione oggettiva e la sua presunta corrispondenza alla realtà, per intuire atmosfere, suggestioni ed esprimere sensazioni, stati d’animo.
La tecnica del pastello, che spesso utilizza, enfatizza l’impalpabilità della materia, là dove cielo e mare si confondono sulla linea dell’orizzonte, suggerendo quiete e infinito.

Modesto e schivo, sensibile e determinato, la personalità di Giovanni Viola esprime attraverso il suo lavoro estremo rigore professionale e profonda sensibilità d’animo.
Olii su tavola di dimensione medio-grande si alternano a piccoli pastelli su carta di grande intensità emotiva. La totale assenza di figure emerge evidente, lasciando spazio al paesaggio, indiscusso protagonista. Tra i temi rappresentati, vi sono le incantevoli visioni d’ispirazione “guccioniana”, con quell’atmosfera rarefatta e quella luce peculiare di cui Viola si fa abile interprete. Significative a questo proposito sono le parole dell’autore stesso: “La luce attraverso la pittura diventa materia. Quell’essenza impalpabile e mutevole si fa struttura sensibile in grado d’essere plasmata dalle mani dell’uomo.” Immobili e silenti, gli orizzonti sul mare sono fermati in fotogrammi di lucida sintesi visiva, grandi cieli che sovrastano la vastità di incantevoli mari sono trasformati in scenari metafisici fuori dal tempo e dallo spazio.
Altrettanto intense sono le vedute campestri, punteggiate da ulivi e carrubi, con i caratteristici “muretti a secco” a testimoniare una cultura stratificata che mescola importanti vestigia del passato a tracce di una storica cultura contadina. Grandi porzioni di cielo dominano la scena enfatizzando la linea di demarcazione tra cielo e terra, tra natura e civiltà. La passione per la sua terra, espressa con grande garbo e indiscussa venerazione, gli permette di estrarne il fascino più recondito per svelarlo al mondo intero.

L’attività espositiva si intensifica negli ultimi anni, con mostre personali, rassegne collettive e la partecipazione a fiere internazionali di settore. La prima mostra alla Galleria Forni è del 2015, una personale dal titolo “Oltre il vedutismo”.